13 febbraio 2007

13 FEBBRAIO (da 25 anni esatti in piazza statuto!)



13 FEBBRAIO
SABATO 17 FEBBRAIO 2007
FESTA per
"I MIEI PRIMI 25 ANNI!!..
in piazza Statuto!"
Festa per un quarto di secolo dalla mia prima presenza in Piazza Statuto Mod (13/2/1982).
Dalle 19 alle 01: All MOD DISCO
In più mostra di fotografie volantini e manifesti e Modzines dai primi ’80 ai giorni nostri.
Dj set a cura del Mod Clan con ospiti CLAUDINO di Genova e .. Daffy!!
Buffet e torta gratuiti per i partecipanti
Al Fluido viale Cagni a TORINO
Ingresso libero
Info:
http://www.statuto.net/body.htm
http://myspace.com/statutoska
www.italiamod.com
VI ASPETTO!!
oSKAr
Sabato 13 febbraio 1982 fu la mia prima volta in piazza Statuto Mod. Invitato dai Mods torinesi presi coraggio e decisi di conoscere la realtà urbana che tanto mi affascinava per comportamento, mentalità, stile e azione. Da allora non ho più smesso di appartenere a quella che è diventata la piazza Mod più importante e organizzata dell’universo Modernista. A differenza di "bande" e sottoculture nate in quel periodo, noi Mods non abbiamo mutato il nostro modo di aggregarci, di agire e di costruire all’interno della metropoli, rimanendo liberi e incondizionati dalla commercializzazione, dalle mode e dalla politica. Piazza Statuto è un ritrovo spontaneo e indistruttibile, dal 1980 è ritrovo dei Mods! Senza mai autoghettizzarci pur non omologandoci a niente e nessuno, il Modernismo torinese è storia fondamentale del tessuto urbano torinese. Piazza Statuto è per me il punto di partenza di tutto ciò che è stata ed è la mia attività. Partendo dalla piazza sono arrivato fino a Plaza De la Revoluciòn a Cuba, ai rally di Barcellona e Londra; dai club underground al Festival di SanRemo e al Festivalbar; dalla Curva Maratona a tutti gli stadi d’Italia; dal Cantagiro ai palchi del Leonkavallo e dell’Anti-TAV sempre come Mod e per il Modernismo e sempre con ritorno alla base, alla mia casa: piazza statuto, davanti al numero civico 18. Sono crollati i muri, sono cambiati i tempi e piazza statuto ha saputo crescere, evolversi ed affermarsi come entità coerente e caratterizzata da generazioni di Mods dai 15 anni agli ultraquarantenni. Mi sembrava giusto festeggiare il quarto di secolo della mia presenza in Piazza, proprio perché il mio entusiasmo, la mia convinzione, il mio stile e il modo di vivere non sono affatto cambiati.

Il 13 febbraio 1982 non mi ero ancora scoperto mod fino in fondo. Amavo lo ska revival dei gruppi della 2Tone. Non conoscevo i Jam, i Secret Affair e gli altri gruppi del Mod revival del’79. Non avevo ancora visto "Quadrophenia". Ignoravo le magie del Soul e del R&B. Mi piaceva la Vespa ma non sapevo che fosse il mezzo di trasporto dei Mods, anzi, sapevo che i Mods andavano in Lambretta perché su "Play Sport & musica" (inserto del Guerin Sportivo) spiegavano l’origine del nome del gruppo spalla che accompagnò nel 1980 i Madness nel loro tour italiano, cioè i Lambrettas e nello specifico, raccontavano di Mods con "lambrette luccicanti" fuori dal palasport di Milano in occasione di quel concerto. Non sapevo cosa fosse un parka. Andai in piazza statuto perché lì c’erano i Mods e avevo conosciuto uno di loro (Lele) che mi aveva invitato ad andarli a trovare perché "sicuramente capirai che abbiamo tutto o quasi in comune". Mi presentai con il mio amico storico, d’infanzia e crescita, Daffy. Lui non era così invasato per lo ska, amava più i Clash, entrambi avevamo militanza politica e ammirazione per circoli culturali dell’estrema sinistra, chiusi qualche anno prima come il "Cangaceiros" o, soprattutto quel Paranà, situato nella nostra amata borgata Lesna. Eravamo presi dallo stadio e dal tifo ultras, facevamo corrispondenza con ultrà di tutta Italia (io avevo 112 corrispondenti!). Era da quasi un anno che avevo fatto il "grande passo": tagliarmi i lunghi capelli per avere un’immagine "ska" vera e fino in fondo. Era quindi da un anno che ascoltavo solo ska 2Tone, indossavo vestiti fine’50 inizio ’60, giacche di mio padre, a 2 o 3 bottoni, pantaloni con pences larghissime (erano o non erano "Baggy Trousers" quelli dei Madness??) e scarpe enormi ma mai anfibi. A coprire tutto indossavo un bel cappotto anni’60 di mio padre, grigio scuro, con revers stretti e abbottonatura alta. E poi le spille.. quante spille: sulla giacca, sul cappotto: ovunque! Spille di gruppi ska, ovviamente.
Come andò il nostro primo sabato sera in piazza Statuto è ben raccontato nel libro "Il Migliore dei Mondi Possibili" e non vorrei essere ripetitivo. Scrivo solo qualche "flash" che mi viene istintivamente.
Quella sera in Mods in piazza erano 5 e in tutto a Torino saranno stati 10, non di più. Chiedemmo cosa fosse il loro eskimo e se avesse una valenza politica. Ci spiegarono cos’era il parka e che la politica non c’entrava, anzi odiavano la politica. Disse Persego "Voi fate male a far politica. A meno che non la facciate per farvi i vostri interessi. Se fate politica perché volete fare i politici con relativa carriera politica allora fate bene, ma dovete saper mediare e mentire. Se fate politica, per amor dell’ideologia, siete solo carne da cannone per i politici che vi usano per farsi i loro interessi, ve lo dico per esperienza". Io risposi prontamente: " Ma a 17 anni è legittimo che si voglia cambiare un sistema che fa schifo! La politica è necessaria". Intervenne Lele che disse solennemente: "Ma come fai a cambiare il sistema se prima non cambi te stesso nel modo che reputi più vero e libero?" "Cioè?" domandai "Essere Mod vuol dire cambiare noi stessi, in funzione del nostro io e della nostra libertà di scelta e vita individuale. Insomma essere te stesso fino in fondo. Solo così potrai rapportarti al meglio con gli altri e con il sistema che fa schifo" "Sì, però la lotta di classe non si fa con i Mods" ribattei e lui " La lotta di classe è una cosa in più, che anche un Mod può portare avanti, ma la vita Mod è una cosa più profonda, completa che non ha bisogno di ‘classismo’, se sei un Mod ti senti già migliore e sicuro del tuo ‘io’" " Solo uniti si vince" a quel punto Carlo sbottò " Qui in piazza statuto gli slogan politici non li abbiamo mai presi in considerazione, siamo individui Mods che fuori da qui possono anche far politica, ma qui c’è il Modismo (lo chiamavano più così che Modernismo) e siamo liberi da tutti i condizionamenti da ciò che non è Mod". Daffy e io non eravamo affatto d’accordo. E il confronto andò avanti anche nella birreria di via Ormea dove ci recammo con la Mini rossa di Rino. Oltre alle tematiche esistenziali e sociali dell’essere mod, ci parlarono anche di "Quadrophenia", dei jam, degli Who e dei Raduni, già da quel sabato capimmo quanto era importante il raduno per i Mods. era fantastica la loro determinazione, la loro caparbietà e serenità nell’esprimere nel contempo "appartenenza" e "individualità", peculiarità molto difficili da abbinare nel quotidiano sociale, ma che poi capii essere attuabili con la vita Mod. Al ritorno in borgata, sul 36 con Daffy e Sandro di Rivoli, parlammo ancora di sistema e cambiamenti sociali. Lui era iscritto al sindacato ed era comunista " ma io sono un Mod, e la politica è solo un aspetto marginale della mia vita e mai potrà avere la priorità nel mio modo vivere" Il giorno dopo, daffy e io discutemmo su come era strano affermare che il Mod era più importante dell’ideologia politica. Loro ci contestavano il nostro definirci "rude boys". "Non ha senso essere rude boys in Italia ed essendo bianchi" spiegava Lele, "e’ anche una questione di antirazzismo" sostenevo e lui: "In italia non c’è il razzismo come in Inghilterra (purtroppo negli anni è arrivato anche qui..)
è importante prima di tutto NON essere razzisti come individui e poi essere antirazzisti, guarda che in Inghilterra ci sono anche mods ‘negri’ (allora era termine corrente senza alcun significato discriminante) che s’incazzerebbero se li chiamassero ‘rude boys’"
Ricevemmo tante informazioni, spiegazioni, idee. La settimana dopo non ero in grado di ricordarle così bene come oggi, dopo 25 anni. E le ricordo bene perché poi tutti quei concetti li ho vissuti totalmente nella mia esistenza. Sono stato fortunato a scoprire piazza Statuto Mod. mi ha non solo cambiato ma impreziosito e motivato la vita. Non vorrei essere altro di ciò che sono e non vorrei vivere in alcun altro luogo che non fosse la mia Piazza.
Tutto attorno il mondo è cambiato, in meglio o in peggio, non lo so. So che per me la vita mod è l’unica soluzione a un sistema che mi schifava allora così come mi schifa adesso.
La cosa più bella è che dopo 25 anni, in piazza si possa vivere il Modernismo al 100%, grazie al numero di Mods, alla nostra organizzazione e, oggi, grazie anche alla nostra storia.
Dopo 25 anni di piazza Statuto mod posso affermarlo con la massima certezza:IL MODERNISMO E’ POSSIBILE!

CANZONE DEL GIORNO:
"One day (in your life)"- SECRET AFFAIR (sapete che è la canzone della mia vita e quindi spesso ricorre..)

VITA DI PIAZZA:
Stasera dalle 19 c’è PensioNaska a mettere i dischi all’aperitivo "Shaft" del Lab in piazza Vittorio.

Per oggi è tutto, domani, S.Valentino, sarà dedicato agli amori platonici e no di nonno Naska (e di sua Nonna..).
Grazie prete e grazie Vitrox. Grazie a tutti voi. RABBIA E STILE oSKAr