24 aprile 2007

24 e 25 APRILE


24 E 25 APRILE

ORA E SEMPRE: RESISTENZA!!
Eterno riconoscimento e gratitudine agli Eroi Partigiani che nel 1945 ci
liberarono dall'invasore nazista e dai loro complici repubblichini!!
MAI PIU' NAZISMO!!
MAI PIU' RAZZISMO!!
MAI PIU' GUERRA!!
W L' ITALIA !!!!

Buona Festa della Liberazione a voi amiche e a voi Amici che state visitando il sito dei Mods che suonano. A grande richiesta, ripubblico a fine diario, l’intervista a una vera Partigiana, testimone fedele della Resistenza, cioè mi mamma. L’avevo realizzata e inserita nel diario 2 anni fa’, siccome quel diario non è più disponibile in rete e le numerose richieste di "replica", ho pensato di ripubblicare il tutto. Lei si chiama Edma Luisa, ha quasi 82 anni e quando era Partigiana il suo nome di battaglia era Adriana, ecco perché il titolo "La Partigiana Adriana". Non saremo mai abbastanza riconoscenti a chi ci ha liberati dalla dittatura fascista e dall’invasore assassino nazista . Tra putrido revisionismo e politici spregevoli, il sentimento della resistenza è vissuto sempre più, da me personalmente, come un valore personale, interiore e famigliare. Mio padre è stato deportato nei campi di concentramento in quanto "non fascista" all’età di 18 anni e dopo 3 tentativi, al quarto, dopo un anno di detenzione circa, riuscì a fuggire e a tornare a casa A PIEDI. Mia madre.. leggete sotto!


LA GENTE VUOL SAPERE E FARCI SAPERE E CI SCRIVE A: statutomod@yahoo.it
Grazie a chi ha fatto i complimenti per il concerto di Genova, per Marco: la canzone SENZA DI LEI è contenuta nell’album "Zighidà" del 1992 ma anche nel mini-lp "Senza di Lei" che evidentemente non conoscevi, uscito nel 1990.Per Luciano, Marta, Luca e gli altri amici che hanno chiesto informazioni sul nostro CONCERTO a VIMODRONE (MI) specifico che si svolgerà alla Festa di S:Croce nella Tensostruttura in via Dante 30 con INGRESSO SICURAMENTE GRATUITO alle ore 22.
Chiudiamo con un’importante segnalazione per i nostri amici GANG:
MALAGANG: LA FORZA E' NELL'UNIONE.
Da Filottrano (An), la città dei rockers, MALAVIDA e GANG insieme come il rosso e il nero sulla stessa bandiera o sullo stesso fazzoletto. Per "Pungere e Volteggiare" per Muoversi nel Movimento; perchè si può Fare! Rivolta,Stile,Casino,Festa!!! Nove canzoni da condividere.Quattro portano la fima dei Malavida: "Fottuta sfortuna" ( il testo scritto insieme) ,"Fuck!!! ", "Grazie ...al Cazzo " e la sigla finale "Malavida". Tre canzoni dei Gang rivisitate per l'occasione:"Oltre ", una potentissima "Socialdemocrazia" e un "Kowalsky" che dopo aver indossato tutti i travestimenti utili alla "Fuga" dalle tarantelle a saltarelli vari al sound "Pogue Mahone" qui lo troviamo vestito da "Special" Ska!Due omaggi ai Maestri del Rock ribelle ; allo "Scontro", ai "CLASH": "Police and Thieves" di Junoir Marvin e Lee Perry, già fatta cover da Joe lo Strimpellatore e la sua banda e una gloriosa "Straight to Hell" che da sola vale tutta e più di tutta questa Patchanka. Come se non bastasse accorrono a " Gridare Forte" Picchio e Sigaro con Sandokan e i suoi ottoni :la BANDA BASSOTTI, fratelli " della stessa rabbia ". E poi l'armonica di Righetto dei BORDER RADIO, la parola cantata di BUBBA il cubano, le voci dei GENTE DE RUA, i sax e le trombe dei RADIO BABYLON, la fisarmonica di PEPPE DE BIRTINA cantastorie di Appignano altra Land /a di banditi come Il Bellente!"Acuti come spade e bassi come un pugno" il suono è quello di KAKI, braccio destro di FERMIN MUGURUZA. Suo è il tocco dub che in terra basca agita e muove e che qui unisce le tribù del rock ribelle.Disponibile in tutti i negozi distribuito da Goodfellas o su www.malavida.it
Insurrezione-Resurrezione - MALAGANG:La forza è nell'Unione
Il disco è stato presentato in anteprima nazionale il 13/04/07 all'ExtraCineMusic di Recanati (Mc)
Info Malagang:071.7220214 - 347.9353402 – www.malavida.it - arogati@alice.it


VITA DI PIAZZA:
Stasera ci vediamo in piazza alle 22,30. Dopo forse andremo al Lab per "Shaft" con selezioni musicali di PensioNaska. Domani pomeriggio probabile mini scooterata con arrivo all’ora dell’aperitivo al Fluido, l’appuntamento è alle 15,30 in piazza.
Pare ormai sicuro che a giorni tornerà Radio Londra in streaming dal sito www.radiodigitale.info
E’ quasi definito il cast dei djs italiani e stranieri che saranno presenti al raduno Mod italiano di Ravenna che si svolgerà il 28 e 29 settembre, vedi www.italiamod.com


Oggi dovrei essere alla Sisport per le 18,30 o giù di lì. Mi sto adoperando per l’organizzazione dei festeggiamenti per il 4 e 6 maggio al Filadelfia, il cast dei gruppi, cabarettisti e scrittori è già di alto livello.


CANZONE DEI GIORNI:
"Have love, will travel"- R.BERRY & PHARAOS


E Adesso la parola alla mia mamma Partigiana:
D:- Puoi descrivere la tua condizione sociale nel periodo della seconda guerra mondiale?
R:- Figlia di un disoccupato "forzato" e di una lavandaia, sesta sorella di cinque fratelli. Ho dovuto iniziare a lavorare a 13 anni, in nero, in una fabbrica di ovatta e l’anno seguente ho iniziato a fare la camiciaia con libretto di lavoro regolare ma due anni dopo, la fabbrica dove lavoravo in via Brione venne danneggiata da un bombardamento, rimasi quindi senza e lavoro e con tutta la mia famiglia "sfollammo" a S.Francesco Al Campo, nel Canavese. Per circa un anno, l’unico sostentamento fu lo stipendio da infermiere del marito di mia sorella ( precettato e mandato sul fronte libico), poi trovammo lavoro mio fratello minore e io, lui come tipografo alla S.E.I. e io alla Tulpizzo, in via Bardonecchia a Torino, che raggiungevamo ogni mattina in treno (dopo 3 km a piedi per raggiungere la stazione).
D:- Possiamo affermare che la tua famiglia era "proletaria"?
R:- certamente, l’unica risorsa erano realmente i figli..quelli non mancavano! Mangiavamo tutti i generi alimentari previsti e consentiti dalla tessera annonaria (pane nero o di riso e razioni minime di qualsiasi altro alimento).
D:- A chi imputavi la colpa della difficile situazione sociale in quel periodo?
R:- a chi aveva fatto entrare in guerra l’Italia
D:- Ma tu eri stata critica da subito all’entrata in guerra dell’Italia?
R:- Quando sentimmo dalla radio di un vicino l’annuncio bellico del duce mi sentii spaventata, istintivamente
D: -Fino all’entrata in guerra che tipo di opinione ti eri fatta della conduzione dello Stato da parte del fascismo?
R:- Nata nel 1925, ebbi infanzia e adolescenza in pieno periodo di affermazione del fascismo, dalla nostra famiglia però sempre ripudiato (anche se non pubblicamente).
D:- Tu capivi perché tuo padre e i tuoi fratelli maggiori erano antifascisti?
R:- Ero troppo piccola per capire..
D:- Quando ti sei fatta una coscienza personale riguardo il fascismo o l’antifascismo?
R:- durante la guerra
D:- Ma prima non avevate comunque problemi di sostentamento?
R:- Certo, di giorno in giorno mia madre doveva sempre inventarsi qualcosa per farci magiare tutti. A fine di ogni pasto commentava "W il duce, anche oggi abbiamo mangiato qualcosa.."
D:- Per voi poveri il governo fascista, faceva qualcosa di concreto?
R:- scuola dell’obbligo con libri e quaderni gratuiti, refezione quotidiana a pranzo, per l’epifania avevamo il pacco della "befana fascista", soggiorno annuale in colonia per un mese in estate, al mare o in montagna, in inverno ci fornivano degli zoccoli per camminare sull’alta neve che cadeva in quegli anni e poi la "carta di povertà"
D:- cioè?
R:- era una tessera che ci garantiva assistenza sanitaria gratuita e una volta al mese ci dava diritto a una fornitura di generi alimentari di prima necessità
D:- da cosa racconti sembra che lo Stato fosse presente in qualche modo, nel sostenere le classi proletarie..
R:- mio padre era spesso malato ma non aveva diritto ad alcuna pensione, ma forse non era stato capace di organizzarsi nel richiedere un’assistenza per la sua situazione, non saprei dire se ne avesse avuto diritto oppure no.
D:- ma allora perché "antifascisti"?
R:- ripeto, ero troppo piccola, ma anche i miei fratelli maggiori detestavano il regime fascista
D:- un’idea del perché loro fossero cosi’ avversi non lo sai?
R:- credo fosse per il modo in cui si sono insediati al potere, loro sostenevano che il vero capo dello Stato dovesse essere il re e non un "duce", quando raccontavano dell’uso di olio di ricino e manganelli per affermare la loro "politica", non potevo che essere, istintivamente, ostile fin da subito, a quel regime.
D:- Con la guerra hai fatto una scelta più personale, responsabile e concreta, quale?
R:-Nella fabbrica dove lavoravo, c’erano le colleghe più anziane che parlavano di clandestinità e di lotta politica e mi chiesero se volevo partecipare. Ogni settimana ci riunivano a casa di una mia collega (ormai erano diventate "compagne"), dove partecipavano anche altri Compagne e Compagni che non conoscevamo e dei quali, volutamente, ignoravamo il vero nome (per evitare spiate in caso di arresti), usavamo solo nomi di battaglia.
D:- il tuo qual era?
R:- Adriana
D:- E poi?
R:- Dalle parole e i progetti, si passò all’azione con la diffusione di materiale propagandistico (volantini e manifesti) antifascista e informativo sull’attività del CLN e di altre organizzazioni Patriottiche.
D:- Com’era una giornata di azione patriottica di una ragazza di 18 anni in quei giorni?
R:- Potevo avere mansioni di semplice staffetta portando materiale propagandistico da un luogo all’altro della città
D:- puoi citare qualche episodio?
R:- Ce ne sono parecchi, ne ricordo due:
il primo quando con un Compagno dovevamo consegnare dei manifestini, che io mi ero nascosta sotto la camicetta e mi caddero clamorosamente in piena via Frejus e quando d’istinto feci per raccoglierli, il Compagno mi trascinò di forza a prendere il tram n°20; il secondo, più drammatico, quando la responsabile della mia zona dei GAP (ai quali appartenevo) mi mandò a ritirare del materiale alle case popolari di corso Racconigi che avrei poi dovuto portare in corso Francia 1. Andai in corso Racconigi, suonai ma nessuno mi apri’. La cosa mi dette parecchio fastidio e mi preoccupò. Non andai quindi all’altro appuntamento e fu la mia fortuna, infatti ero attesa da due agenti della polizia fascista in borghese (più altri appostati di nascosto) che avrebbero dovuto arrestare me e i miei eventuali Compagni accompagnatori, qualcuno li aveva avvisati ma a sua volta, qualcuno avvisò la Compagna di corso Racconigi, la quale evitò di aprirmi per bloccare l’operazione e salvarmi la pele.
D:- e altri tipi di azione?
R:- per esempio, andai a prelevare un Compagno in Val di Susa, al quale portai una carta d’identità falsa e dovevamo tornare in città insieme; lui aveva con sé un fucile smontato e chiuso in una cartella tipo scuola (ma di quel periodo..), dalla quale però spuntava il calcio dell’arma che, avvolgemmo con la carta da zucchero.. (allora si usava per un sacco di cose). Giunti quasi a Torino, il treno venne fermato in piena campagna, salirono i "repubblichini", il treno riparti’ e questi controllarono i documenti a tutti i passeggeri e la carta d’identità falsa del Compagno funzionò benissimo. A quel punto, per evitare controlli più severi, decidemmo di scendere a Lingotto, anziché a Porta Nuova. I fascisti erano piazzati davanti all’uscita dei vagoni, ebbi molta paura nel passare davanti a loro, tenendo in mano quella cartella col calcio di fucile avvolto nella carta da zucchero.. ma tutto andò per il meglio, lo accompagnai ancora fino alla fermata del tram e lo salutai, sentendomi parecchio sollevata..
Altro "spavento" fu la perquisizione a casa mia. Si presentarono alle 11 di sera. Si presentò addirittura un camion di gnr (polizia fascista) davanti alla mia abitazione, entrarono in 5 o 6 repubblichini, aprirono gli armadi a muro della camera da letto, mi obbligarono ad aprire cassetti, tende, scaffali sempre seguita dalla canna puntata delle loro armi.. per foruna non vollero bere un caffè.. perché i volantini erano nascosti dentro il macinino del caffè.. se ne andarono cosi’ come erano venuti.
D:- Veniamo ai giorni dell’Insurrezione
R:- Prima abbiamo fatto la prova generale il 18 aprile, con uno sciopero generale di tutte le fabbriche torinesi, con i Compagni della Fiat in testa, con tanto di corteo, il nostro (Torino Ovest) partito da piazza Sabotino, fummo caricati dalla polizia fascista in corso Ferrucci e ci disperdemmo.
D:- Era dunque una prova "riuscita"?
R:- Si’, eravamo tantissimi, anche quelli che non erano veri attivisti parteciparono convinti, eravamo pronti.
D:- Quando e da chi arrivò l’ordine dell’inizio della rivolta finale?
R:- Arrivò il 23 aprile dal direttivo del CLN. Bisognava occupare le fabbriche il 25 aprile, il giorno che doveva essere quello della Liberazione.
D:- Perché occupare le fabbriche?
R:- per evitare distruzioni e saccheggi dei nazisti in fuga. Da noi arrivò il Compagno Vito D’Amico, che ci diede le direttive per noi della Brigata Garibaldi, occupammo la Tulpizzo, la Zenit e le officine Garrone. L’occupazione durò 5 giorni, avevamo una mensa organizzata e dormivano all’interno delle fabbriche stesse.
D:- Non ricordi qualche episodio preciso?
R:- In corso Trapani, dalla finestra di un palazzo davanti alla Zenit, un cecchino sparava a chi transitava nel cortile della fabbrica occupata. La finestra venne individuata, Vito mandò alcuni Compagni, con enorme stupore, scoprimmo che non era un "cecchino" ma una "cecchina", alla quale vennero rasati a zero i capelli e portata in giro per la città affinchè la popolazione si rendesse conto della fine che dovevano fare i cecchini. Ricordo la strage fatta dai nazisti a Grugliasco, mentre fuggivano, 66 martiri civili, infami!
D:- Ma il 25 aprile c’è stata una manifestazione di festeggiamento?
R:- No, eravamo impegnati nella difesa delle fabbriche e dei punti strategici della città, intanto scendevano gli altri Compagni dalla montagna. La sfilata di giubilo e festa fu il 1° maggio!
D:- Quali sensazioni provavi?
R:- Sembrava un sogno non dover vivere più con la paura di non poter parlare, muoverti, vivere. Prima non ti potevi fidare di nessuno quando parlavi, quando ti muovevi. Era un’euforia fantastica! Giorni MERAVIGLIOSI, chi non li ha vissuti non li può capire. Quel 1° maggio fu una meraviglia. Ci tengo a specificare che Torino, l’abbiamo liberata noi Partigiani (CLN:Garibaldi, GL, Partito d’Azione) molto prima dell’arrivo delle truppe americane.
D:- Tu facevi parte dei G.A.P.?
R.- Si’, Gruppi Azione Patriottica
D:- Ha mai usato armi?
R:- No
D:- Ci fosse stata la necessità le avresti usate?
R.:- Si’, per difendere me o altri compagni sicuramente; purtroppo farsi uccidere o uccidere era cosa che bisognava mettere in conto in quei giorni.
D:- Si dice che dopo il 25 aprile, i Partigiani esagerassero con la violenza…
R:- Io personalmente ho visto il cadavere di un fascista esposto dove avevo visto i cadaveri delle due povere sorelle Arduino, uccise dai fascisti e Solaro appeso in corso Vinzaglio angolo via Cernaia, dove avevo visto appesi quattro Partigiani uccisi dai fascisti. Non provai alcuna pietà, per me era GIUSTIZIA non VENDETTA.
D:- Si dice che tanti convinti fascisti, subito dopo il 25 aprile, divennero convinti "anti" fascisti, ti risulta?
R:- Si’, la maggiorparte dei "nuovi" antifascisti erano fascisti di prima, cioè opportunisti prima e opportunisti dopo, opportunisti sempre
D:-A conti fatti, dopo 60 anni: pensi che sia valsa la pena per te rischiare la vita e per quelli che sono morti, perderla?
R:- Ne è valsa la pena, anche se MAI e poi MAI mi sarei aspettata di vedere addirittura in parlamento degli ex "repubblichini"
D:- Non pensi che sia più rispettabile una scelta tipo quella di Almirante di aderire al M.S.I. dando consequenzialità al suo passato di Salò che quella di altri politici riciclatisi in altri partiti storicamente "antifascisti"?
R:- sicuramente, pur ribadendo il mio odio e disprezzo per quella gente.
D:- Il periodo della Resistenza è detto anche "guerra civile", negli anni’70, ci furono parecchi giovani, di collocazione politica opposta che morirono per mano della parte avversa, vedi qualche analogia?
R:- No! Allora eravamo in tempo di guerra mondiale, eravamo "occupati" dai tedeschi e sotto il regime nazifascista. Noi dovevamo LI-BE-RAR-CI!
D:- Quindi tu ritieni che dal 25 aprile 1945 noi Italiani siamo veramente liberi?
R:- Ma.. a me sembra di si’, almeno in confronto al tempo del fascismo si’, sicuramente, chi non ha vissuto quel regime non si può rendere conto.
D:- Per i Partigiani la Bandiera Tricolore era la bandiera dei fascisti?
R:- Ma va!! Il Tricolore era ed è la bandiera dell’Italia, che noi abbiamo liberato, altro che fascismo!


E’ tutto. Grazie prete e Vitry. Grazie a tutti voi. RABBIA E STILE
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